la storia del borgo di rovere
Tra aree naturali, siti archeologici e la magia di un borgo da cartolina, Rovere nella frazione Rocca di Mezzo (L’Aquila) è un bell’esempio di storia e memoria che vivono in un contesto turistico vivace, che attira gli amanti della natura tutto l’anno.
Le origini di questo borgo affondano nell’antichità: è il villaggio più antico dell’Altopiano delle Rocche. Intorno al paese ci sono alcune delle mete più interessanti soprattutto per chi ama gli sport invernali: Campo Felice, i piani di Pezza e il Monte Magnola, ad esempio, sono due delle destinazioni preferite di chi adora la neve ma anche fare trekking nei boschi.
Il paese di Rovere situato sulla sommità di un colle che domina l’altipiano è sempre stato un confine nella storia. Costituisce il nodo del sistema di avvistamento ottico dell’Altopiano delle Rocche, che permette il collegamento tra il versante marsicano a S e quello vestino –aquilano a N.
Rovere si trova in prossimità della strada che collegava il territorio vestino con la Marsica ( via Poplica Campana) e controlla inoltre ad E il tracciato che attraverso “ l’Anatella” raggiunge la conca Subequana e ad Ovest la via che porta ai Piani di Pezza.
I ruderi del Castello XI sec. (IX sec. prima traccia) che lo sovrasta e l’antico borgo medievale ad esso connesso sono la testimonianza di un passato storico rilevante.
Curiosità di un villaggio antichissimo tra i monti d’Abruzzo
Rovere si trova a circa 1.420 metri sopra il livello del mare ed è quindi un borgo di montagna a tutti gli effetti, in cui la natura si mescola con la storia del luogo.
Il nome di questo borgo arriva dal latino Robur: è una varietà di quercia che nasce proprio a queste altezze, sull’Altopiano in cui il villaggio si trova immerso. Esiste sin dall’epoca romana e poi si è evoluta in azienda agricola di stampo benedettino, fino a diventare una città fortificata: come simbolo di questo periodo c’è il castello di Rovere con i suoi resti. Alcuni reperti sono conservati nel Museo Archeologico: dentro troverai vasi, chiodi, maioliche e tutto ciò che si è salvato dalla furia del tempo.
I principali luoghi d’interesse storico
Oltre al Castello nel paese possiamo ammirare diverse emergenze architettoniche: torre campanaria alla porta d’ingresso del borgo, la Chiesa madre dedicata a S. Pietro ( XIII sec), la Chiesa della Madonna delle Grazie del XII secolo fuori le mura, portali del XIV sec. e del XVI sec., fontanili di epoche diverse.
La posizione di Rovere assolve egregiamente le funzioni di controllo su tutto l’altopiano delle Rocche.
Entrando nel borgo dall’arco (due fasi XIII-XIV), situata a fianco della torre campanaria si trova la chiesa di San Pietro. L’ecclesia Sancti Petri è menzionata nel XIV secolo in Castro Robori, nell’inventario dei beni del Conte Pietro di Celano.
L’attuale facciata è seicentesca e l’intero edificio testimonia nel suo insieme i cospicui rimaneggiamenti subiti attraverso i secoli, in gran parte da attribuirsi ai restauri successivi ed ai gravi eventi sismici di cui fu teatro l’Abruzzo. Nell’ampliamento effettuato nel 700 fu incorporato un vano della casa adiacente alla chiesa.
Le conseguenze del terremoto del 1915
Dopo il disastroso terremoto del 1915, che causò seri danni, fu indispensabile il completo rifacimento della copertura. Ciò ha reso indefinibile l’aspetto della chiesa ed ha appiattito la volumetria delle navate, precedentemente coperte a volta.
Nell’ultimo intervento di restauro della chiesa sono venute alla luce le vecchie arcate del secolo XIV; in una di esse si intravede, anche se in forte stato di degrado, un lacerto d’affresco con la raffigurazione di S.Pietro e di una madonna con bambinello.
Nel piano sottostante la chiesa ha trovato la giusta collocazione un piccolo museo.(antiquarium). Alla destra dell’arco d’ingresso al borgo si trova il palazzetto dei Masciarelli completamente frazionato ma con due finestre ed un portale autentici (stemma con scudo ovale accartocciato con la data 1621).
Rovere, un borgo pieno di storia
Le costruzioni all’interno del borgo non addossate al muro di cinta, non presentano una chiara chiave di lettura. Il tipo più diffuso all’ interno dell’abitato è quello delle case a schiera, parzialmente leggibile a causa di frazionamenti, rifusioni e ristrutturazioni.
Le case disposte lungo la cinta muraria nella quasi totalità dei casi presentano sul fronte d’affaccio due distinti ingressi: quello più largo con la soglia a livello strada, che immette in un vano al piano terra, utilizzato come laboratorio artigianale, ed uno più stretto, sopraelevato di due o tre gradini, destinato all’accesso all’abitazione.
Nella parte alta a destra dell’ingresso del borgo si trova un portale del XV sec. recante l’iscrizione JHS (Jesus homines Salbat) su disco solare irradiante i suoi raggi. Il portale della chiesa della Madonna delle Grazie fuori le mura ha la stessa iscrizione anche se la data riportata è A.D.1643.
La facciata della chiesa è tipica delle chiese Abruzzesi Romaniche. Questa Chiesa risalente al XII sec. a navata unica, ha al suo interno sopra il primo altare di destra dedicato alle Anime Sante, uno stemma in pietra (scudo ovale accartocciato), nel quale sono riprodotti tre attrezzi: un archipendolo, una squadra e un sinistrocherio che impugna un attrezzo, una palina per rilievi topografici. Stemma della corporazione dei cosiddetti “compassatori”, esperti disegnatori di mappe, carte, piante. Le loro perizie avevano valore giuridico, (1500-1600). La chiesa ha una copertura lignea a capriate.
Percorrendo il paese di Rovere si incontrano dei Fontanili risalenti al XVI sec. ma rimaneggiati. Nella parte bassa del paese verso l’ingresso da Rocca di Mezzo oltre ad un bel fontanile troviamo la chiesetta della Maddalena della fine XIX sec.