Istituito nel 1991, il Parco della Majella, con 39 comuni, nelle province di Chieti, L’Aquila e Pescara, è uno dei tre parchi nazionali d’Abruzzo insieme al Parco Nazionale del Gran Sasso e al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Quest’area protetta si estende per oltre 70.000 ettari e comprende la montagna del Morrone e il massiccio della Maiella, l’antica “Montagna Madre” delle genti d’Abruzzo, che prende il suo nome da Maia, la dea romana della fecondità e del risveglio della natura in primavera.
Il Parco della Maiella accoglie i visitatori con paesaggi di grande bellezza che cambiano al cambiare delle stagioni. In primavera, ecco le grandi fioriture sulle praterie d’altitudine mentre, d’estate, nel pieno rigoglio vegetativo dei boschi, è il momento ideale per percorrere i tanti sentieri -perfettamente segnati e descritti in pubblicazioni ed applicazioni – che lo percorrono.
L’autunno è il momento dei mille colori dei boschi prima del lungo inverno che mostra paesaggi candidi per le abbondanti nevicate. Tanti ambienti diversi dalle vette e dai crinali fino alle forre inaccessibili ed ai grandi prati sommitali ed alle grandi faggete.
Una natura ricchissima
Nel Parco è prevalente la foresta temperata di caducifoglie che interessa circa il 40% della sua superfice in due tipologie principali: i querceti misti a dominanza di roverella, carpino nero o cerro, che coprono le pendici più basse fino a circa 1000 m s.l.m.; le faggete che costituiscono le formazioni boschive più estese e raggiungono i 1800 m s.l.m.
Altri boschi interessanti sono quelli composti da pino nero autoctono e da formazioni di leccio che si spingono, nelle aree più basse, fin sulle le pareti rocciose delle gole e delle forre.
Negli aspri e grandi valloni calcarei, vivono tra le più importanti colonie appenniniche di Gracchio corallino, Gracchio alpino, Rondone maggiore e importanti popolazioni di Aquila reale, Picchio muraiolo, Falco pellegrino e il raro Lanario. In alcuni dei corsi d’acqua che hanno inciso queste profonde forre, come nella Valle dell’Orfento e nella Val d’Orta, vive l’ormai rarissima lontra.
All’interno di querceti e faggete, trova rifugio e nutrimento il lupo, con i branchi riproduttivi che qui costruiscono le loro tane; l’elusivo Gatto selvatico e la Martora legata ai boschi più maturi; l’orso bruno marsicano che da anni li frequenta con regolarità.
Tra gli uccelli troviamo sia specie come l’astore e il falco pecchiaiolo che costruiscono i loro grossi nidi nelle faggete colonnari e il Picchio Dalmatino e la Balia dal Collare che trovano nei boschi vetusti, ricchi di alberi marcescenti, il loro nutrimento.
Tra gli anfibi particolarmente rari, l’Ululone dal ventre giallo, la Salamandra appenninica e la più rara Salamandrina di Savi. Capriolo e Cervo, alle quote più basse, in seguito alle reintroduzioni degli scorsi decenni, sono presenti con una popolazione di oltre i 1000 individui ciascuno ed anch’essi stanno colonizzando nuove aree.
Oltre la quota dei faggi troviamo il pino mugo che, vero e proprio relitto glaciale, compone, assieme al ginepro nano o all’uva orsina, dei cespuglieti con piante prostrate ed in grado così di resistere meglio al peso della neve. Questi ambienti ospitano una varia e diversificata avifauna con specie molto rare nell’Appennino, come ad esempio il Merlo dal Collare od il Crociere, ma al loro interno trovano rifugio anche la Coturnice e la rara Vipera dell’Orsini.
Nelle aree sommitali, troviamo il Camoscio appenninico, reintrodotto a partire dal 1992, è attualmente presente con ben 1300 individui, che sta progressivamente colonizzando tutte le aree idonee.
La Storia è passata per la Maiella…
La Majella, è straordinariamente ricca anche di testimonianze storiche, archeologiche ed
architettoniche. In effetti è sempre stata abitata, sin dal Paleolitico – 800.000 anni fa – quando bande di cacciatori raccoglitori, appartenenti alla specie Homo herectus, utilizzavano le risorse naturali della montagna per procurarsi cibo e materiali come la selce per ricavarne strumenti. Testimonianze di questo vasto periodo sono state rinvenute nella Valle Giumentina e nelle Grotte degli Orsi e del Colle.
Tutto attorno al massiccio e nelle vallate che lo attraversano, troviamo, come in tutto l’Abruzzo, una quantità di borghi suggestivi che fanno da base logistica alle escursioni in montagna: fra di essi ricordiamo Roccacaramanico, con i suoi edifici in pietra e le strette viuzze rimaste disabitate per diversi decenni, dove l’Ente Parco ha avviato il recupero degli edifici per fini turistici; Guardiagrele, uno dei borghi più caratteristici del Parco Nazionale della Majella che vanta tantissime botteghe artigiane specializzate nella lavorazione del ferro, del rame e dell’oro.
Oltre ai borghi antichi che coronano le falde delle montagne, la presenza umana si è andata affermandosi anche nelle gole, nelle rupi e dei boschi della Maiella e del Morrone: eremiti, spesso senza nome, hanno creato una fitta rete di eremi rupestri e di luoghi di culto come San Liberatore a Maiella, San Bartolomeo in Legio, San Giovanni all’Orfento e tanti altri. Il Parco Nazionale, ha il suo quartier generale in un’altra importante struttura di culto, nei pressi di Sulmona: il gigantesco complesso monastico di Santo Spirito al Morrone, creato dai potenti Monaci Celestini e, da qualche anno, riaperto alle visite dopo accurati restauri.
Ma forse il patrimonio più misconosciuto e più importante di questo parco è costituito dalle centinaia di capanne di pietra – impropriamente definite “tholos”- spesso accompagnate da imponenti sistemi di terrazzamenti e muri a secco che sono il segno della conquista dei pendii e delle montagne da parte della civiltà agropastorale delle valli circostanti.
Parco Avventura della Majella
Nei pressi di Guardiagrele, in località Piana delle Mele, è stato realizzato Il Parco Avventura della Majella, uno dei più grandi d’Italia. Il parco propone numerose attività suddivise in percorsi di vario livello comprendenti oltre 250 giochi sospesi tra gli alberi. I percorsi si sviluppano camminando tra passerelle, ponti tibetani e tunnel tirolesi. I percorsi sono 5 e spaziano da quelli per bambini a quelli per ragazzi e adulti.