Il camoscio d’Abruzzo: caratteristiche principali
Tra gli animali presenti nel Parco Nazionale d’Abruzzo troviamo il camoscio d’Abruzzo o camoscio appenninico che, grazie all’istituzione del Parco e ad un’attenta tutela, è stato salvato dall’estinzione. Questo difatti ha permesso la reintroduzione di questo esemplare in aree dell’Appennino da cui si era ormai estinto. Il camoscio è un mammifero artiodattilo della sottofamiglia dei Caprini ed è una sottospecie a sé stante.
Il camoscio d’Abruzzo è un erbivoro, ed è prevalentemente presente sulle praterie di altitudine (1200 – 2000 m s.l.m.) . Come dimensioni può arrivare fino ai 100/130 cm di lunghezza, 70/80 cm di altezza e 30 Kg per i maschi e 27 Kg per gli esemplari femmine. La durata della sua vita è di circa 15 anni. La stagione degli amori per questo esemplare di camoscio va da ottobre a novembre, dove i maschi non fanno altro che lottare per potersi accoppiare con più femmine.
Tra gli elementi caratterizzanti del camoscio d’Abruzzo troviamo le corna molto sviluppate, presenti in entrambi i sessi, e un particolarissimo mantello che cambia sfumature in base alla stagione. Il mantello estivo difatti ha un colore marrone chiaro piuttosto uniforme, mentre in inverno si modifica in una tipica e vistosa colorazione composta da fasce bianche, nere e brune a contrasto.
Come riconoscere il sesso e l’età del camoscio d’Abruzzo
La differenza morfologica tra il maschio e la femmina del camoscio Appenninico è davvero minima.
Uno degli elementi principali che differenzia i due sessi è la base delle corna, che nel maschio è più grande e le corna sono decisamente più uncinate. Anche la testa e il collo del maschio sono più massicci.
Per individuare il sesso possiamo farci aiutare anche dal comportamento e dalle abitudini dell’animale.
Il maschio ad esempio si accuccia meno della femmina ed è estremamente solitario. Per quanto riguarda l’età invece c’è bisogno di un occhio esperto poiché non è affatto semplice da determinare. Un metodo utilizzato e molto efficace è la conta degli anelli di crescita sulle corna.
In che periodo e dove è possibile osservare il camoscio?
Per osservare il camoscio d’Abruzzo la stagione più consigliata è quella estiva; questo perché i sentieri sono meno impegnativi che in inverno. Con molta facilità sicuramente sarà possibile vedere le femmine con i loro piccoli. I maschi invece, che abbiamo detto essere più solitari, sono più semplici da vedere in inverno quando si aprono le lotte per contendersi le femmine. È stato rilevato che il camoscio oggi è maggiormente presente sulle vette più alte come i monti della Camosciara, il Monte Meta, la catena delle Mainarde, il Monte Amaro, il Monte Marsicano e le montagne che circondano la Val Canneto.
I suoi predatori
I principali predatori del camoscio appenninico sono principalmente l’aquila reale e il lupo.
Ma oltre agli animali ci sono anche minacce esterne e di disturbo per questa specie, come ad esempio il volo a bassa quota di un aereo o di un elicottero. Lo stesso vale per i fuochi d’artificio che vengono fatti nelle feste di paese. Per non parlare poi degli escursionisti con cane al seguito; in alcune zone della riserva difatti è severamente vietato portarsi cani al seguito sia liberi che al guinzaglio. Purtroppo però negli ultimi anni sono molte le persone che frequentano la montagna con i propri cani, procurando dei danni incalcolabili a questa specie unica al Mondo.
Differenze tra camoscio alpino e camoscio appenninico
Il camoscio alpino e il camoscio appenninico sono differenti tra loro. Nel camoscio degli Appennini ad esempio, il manto rossastro si scurisce in inverno e si accentua in particolari zone come il dorso. Quelli alpini hanno invece un mantello di colore scuro quasi uniforme.
In entrambe le specie il pelo aumenta nella stagione fredda e diminuisce gradualmente in primavera. Anche nelle corna possiamo notare alcune differenze: nella specie appenninica sono più lunghe e arcuate. Per quanto riguarda il peso non ci sono grandi differenze; i maschi adulti alpini non superano i 50 chili, mentre quelli dell’Appennino sono di taglia leggermente più piccola.
Gli animali del Parco Nazionale d’Abruzzo
Il Parco ospita specie di assoluto valore: 67 specie di mammiferi, 230 di uccelli, 14 di rettili, 12 di anfibi, 15 di pesci, e 4.764 specie di insetti. Questi animali non sono sempre facilmente riconoscibili. Tuttavia durante alcuni periodi è possibile osservare anche gli animali più interessanti del Parco, tutte specie tutelate e mantenute in vita grazie al lavoro svolto dall’Ente Parco.
Andiamo ora a vedere le caratteristiche principali di alcuni di questi animali.
Partiamo dal lupo appenninico, una sottospecie di lupo con alcune differenze rispetto al classico lupo nordico. Alcune indagini genetiche hanno portato oggi gli studiosi a non considerare più questa specie a parte, ma come appartenente ad un’unica sottospecie: la Canis lupus lupus.
Poi c’è l’orso bruno marsicano, che conta circa 40-60 esemplari maggiormente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. È caratterizzato da un muso corto e tondeggiante e una corporatura piccola fra 140 e 210 kg. La sua alimentazione è prevalentemente vegetariana, con rara integrazione di carne e un grande apporto di insetti.
Infine, all’interno del Parco, possiamo trovare anche il Cervo; un ungulato di medie dimensioni con forma slanciata e uno spiccato dimorfismo sessuale. Il suo manto estivo è di color rossiccio, a differenza di quello invernale che è bruno o bruno-grigiastro. Questo animale predilige i boschi ricchi di alti alberi, di acqua e con scarso sottobosco.